Debhora Casalloni: L’India si è presa cura di me

Una giovane e brava scrittrice che ho il privilegio di conoscere ed apprezzare..Debhora Casalloni!
Nel suo libro “L’India si è presa cura di me” racconta la sua esperienza di viaggio in India; un viaggio alla ricerca di qualcosa di profondo ed intimo che in India si può trovare, ma solo con una buona dose di pazienza e umiltà…cose che a Debhora non mancano di certo.
A Debhora ho fatto una piccola intervista per il mio sito così da farvi conoscere una persona speciale oltre che ad una brava scrittrice!
 
Ne approfitto di questo post per invitarvi il 7 Giugno 2019 ore 17 a Cuneo presso la Biblioteca Civica dove io e Debhora vi racconteremo un po’ della nostra amata INDIA!
Nei prossimi giorni maggiori dettagli.
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Gusterò ogni suono, colore, sapore e so che sarà un viaggio tanto fuori, quanto dentro di me.
Ho uno zaino e un marsupio. Ho prenotato un hotel per tre giorni a Nuova Delhi, dove atterrerò, poi non so altro.
Gusterò ogni suono, colore, sapore e so che sarà un viaggio tanto fuori,
quanto dentro di me.
Non conoscerò solo una Terra lontana, ma conoscerò meglio anche me stessa.
Appena ho scelto di viaggiare, l’India mi ha chiamata come una calamita,
con un magnetismo che non potevo ignorare.
 

Ciao Debhora..innanzitutto se mi racconti un pò di te..

Sono una ragazza di quasi 30 anni, amo la mia vita nonostante le sfide non manchino mai, ho una famiglia che adoro e da un anno a questa parte un compagno che amo e con cui sogno di costruirne una. Amo viaggiare, amo leggere e crescere, imparare cose nuove, sapere che posso essere una donna migliore e impegnarmi per farlo. Amo anche serie tv e divano come tutti, e mi piace poter dire di aver trovato un equilibrio tra la mia voglia di fare mille cose e la mia voglia di non far nulla. In fondo nella vita ci vogliono entrambe. Sono volontaria in Croce Rossa da 15anni ed è una passione che penso mi accognerà ancora per molti anni, mi piace sentirmi parte di una realtà che fa del bene, in modo concreto, nel posto in cui vivo. Io sono di Verzuolo e ho sempre abitato in zona, a parte sei mesi a Cuneo, ed essere attiva sul “mio” territorio prima di tutto mi piace, mi dà lo stimolo e l’energia per far parte eventualente anche di progetti che sono molto distanti da noi. Amo avere un sogno, che sia un’esperienza o il raggiungimento di un obiettivo, mi piace essere guidata nelle mie giornate da qualcosa che non sia solo la sveglia e la cadenza degli orari di lavoro o degli impegni quotidiani. Amo condividere me stessa, ciò che imparo, ciò che vivo, motivo principale per cui ho scelto di pubblicare i miei diari di viaggio e motivo per cui conosco molte persone. Ho la fortuna di avere tanti amici e poter chiamare alcuni di loro famiglia, e di questo sono infinitamente grata. Non solo perchè ho imparato a creare rapporti duraturi nel tempo, a dispetto dei km di distanza e della quotidinità che spesso impedisce di vedersi, ma perchè con queste persone mi sento libera di poter essere sempre me stessa. Nel mio condividere e nella mia voglia di essere sempre più trasparente e sempre più fedele alla mia natura e alla mia Anima, non mi ritengo di essere una persona che porta delle maschere o finge, ma sappiamo tutti quanto sia facile a volte dire che si sta bene quando in realtà non è vero. Avere accanto famigliari e amici con cui poter esprimere il meglio e il peggio di me è uno dei doni più grandi che la Vita mi ha fatto. Infine posso dire di essere una donna di fede, incredibilemnte credente, anche se decisamente non religiosa. Non vado in chiesa, non seguo una religione, prego tutti i giorni a modo mio e credo fortemente in Dio e nella Vita.

Come nasce la voglia di scoprire e viaggiare?

La voglia di scoprire nasce a settembre del 2005 grazie a un corso, Genio in 21giorni, fatto per studiare e leggere in modo più veloce ed efficace. Durante il corso scoprii che oltre alle tecniche era importante l’atteggiamento con cui si affronta lo studio e quindi anche tutto il resto. Ottengo risultati nello studio e mi appassiono, collaborando con l’azienda, alla formazione, dando finalmente da mangiare a quella parte di me che aveva fame di scoprire cose nuove e sopratutto scoprirsi. Da quel corso ne susseguirono molti altri, e in ambiti molto diversi, tutti con lo scopo di scoprire e imparare di più su di me, sulle persone, sul mondo.

La mia voglia di viaggiare nasce nell’estate dello stesso anno, quando partecipai alle giornate mondiali della gioventù a Colonia. Per la prima volta sono andata fuori dall’Italia, alla scoperta della Germania, con molti amici, un’importante organizzazione, e il presidio della parrocchia e della chiesa. Ma, al di là delle messe e degli incontri strettamente ecclesiastici, la cosa che è rimasta nel mio cuore è stato il contatto con persone nuove, il vedermi con occhi nuovi davanti a luoghi mai visti, l’entusiasmo di vivere ogni istante al massimo. Il momento più bello di quei dieci giorni è stato sgattaiolare fuori dal campo italiano in piena notte per ritrovarmi in un punto poco precisato insieme a spagnoli, inglesi e tedeschi, con la chitarra in mano a cantare e ballare insieme. Non capivo una parola, ma la felicità sui nostri volti a ritmo di musica era universale.

Perchè proprio l’India?

L’India mi ha sempre chiamata in qualche modo. Sono pranoterapeuta e i miei studi a proposito di chakra, tencniche energetiche e di rilassamento, insieme alla lettura di testi ayurvedici e spirituali, mi hanno fatto spesso sognare di visitare i luoghi da cui tutto questo è nato e cresciuto. Questo motivo, sposato alla voglia di vivere a contatto con una cultura completamente diversa da quella in cui sono cresciuta mi ha fatto scegliere l’India. Diciamo che per come sono fatta, anche senza questi motivi, ma semplicemente perchè sentivo la netta sensazione di dover andare in quella Terra, sarebbe bastata per farmi partire.

Quali sono le tappe più significative del viaggio e gli incontri più importanti?

Le tappe più significative per me sono state tre.

La prima il 14 luglio, appena uscita dal monastero, ero su una strada di montagna, senza soldi, senza una meta o una cartina, sapendo parlare giusto un pò di inglese. In quel momento ricordo di aver alzato gli occhi al cielo, aver fatto un respiro ed essermi detta “sono partita per questo, per trovarmi qui e sapere che andrà tutto bene in ogni caso, sapere che se Dio ha permesso che mi trovassi in questa situazione è perchè c’è un piano per me.” Di lì a qualche istante è passato un camion rifornimento carburante con un uomo a bordo diretto a Jammu incuriosito nel vedermi da sola sul ciglio della strada. Sono salita con lui e il mio viaggio è iniziato/continuato grazie alla fede nel fatto che tutto sarebbe andato bene nonostante le condizioni potessero indurmi a pensarla diversamente.

La seconda e terza tappa sono state al mio arrivo a Indore e Varanasi. In entrambe le città ho conosciuto “per caso” ragazzi che poi mi hanno ospitata nella loro famiglia come se ne facessi parte. Sono stati due momenti incredibili, non solo perchè un momenti prima non sapevo se avrei mangiato o dove avrei dormito vista la mancanza di soldi, ma sopratutto per il modo in cui sono stata accolta. Da subito ero una di famiglia, parte integrante delle faccende quotidiane, dei problemi, degli impegni, delle gioie di tutti. Mi sono sentita a casa in quattro mura spoglie, letteralmente in famiglia con persone conosciute da qualche giorno, mi sentivo piena. Piena di gratitudine, amore, gioia, come una bambina il giorno di Natale. Il contatto umano, il conoscersi a vicenda, mettere a confronto le culture e sentirmi sempre la benvenuta nonostante la mia incredibile diversità non ha avuto prezzo, e non ha confronto secondo me con l’andare in un luogo solo per ammirarne il paesaggio o il monumento più famoso. Nel mio viaggio sono stata ad Agra, ho visto il Taj Mahal, una delle meraviglie del mondo che mi ha davvero lasciato a bocca aperta per il suo splendore, ma comunque niente a che vedere con l’emozione di vivere con le mie famiglie. Sì, ci chiamiamo così, per me sono le mie famiglie, per loro io sono la zia, la figlia, la sorella… tutt’ora ci sentiamo e videochiamiamo quando riusciamo, ogni volta quell’emozione torna con una potenza incredibile, e ogni volta mi viene chiesto quando torno a casa.

 L’episodio che più ti è rimasto nel cuore..

In realtà non c’è un singolo episodio e forse è proprio questo il bello. Questo viaggio in India e dentro di me, è stato costellato da moltissimi momenti magici, perfetti, incredibili, ed è proprio per questo motivo che è stato così meraviglioso. Anche nei momenti più impegnativi, di sclero, anche nei momenti in cui volevo tornare a casa, c’era un perchè, un motivo, era il mio percorso che si compiva. E dopo quei momenti ne arrivavano di belli, intensi, emozionanti. Sono stati cinque mesi di montagne russe emotive, cinque mesi in cui ho vissuto al 100% tutto, bello o brutto che sia stato io lo vivevo a pieno, ed è questo che mi rimarrà di più nel cuore.

Quali sono i prossimi progetti? e Viaggi?

Il prossimo viaggio sarà a Marrakech, otto giorni a maggio insieme al mio fidanzato alla scoperta del Marocco. In tanti mi chiedono se tornerò in India e la mia risposta è sicuramente sì, non so ancora quando ma proprio per i legami creati prima o poi tornerò a casa dalle mie famiglie. In tantissimi mi chiedono se continuerò a viaggiare da sola e per così tanto tempo, alludendo a volte a personaggi noti che compiono il giro del modo in svariati modi. La verità è che ognuno viaggia per motivi diversi, per me viaggiare è sinonimo di tutto ciò che rappresenta per me lo scoprire di cui abbiamo parlato prima, quindi lo scoprire non solo il mondo ma anche e sopratutto me stessa. Ed è sinonimo di mettermi in gioco, uscire dalla mia zona di comfort, abbattere o rafforzare certi schemi di pensiero e credenze. E’ uno dei modi, degli strumenti che ho per fare tutto questo, di certo non si ha bisogno di andare da soli cinque mesi dall’altra parte del mondo per crescere, ma di certo è uno dei modi più belli e intensi per farlo. Ora come ora non sento il bisogno di viaggiare da sola, anzi, sto imparando a viaggiare insieme al mio compagno, sia nei viaggi letterali che nel viaggio della Vita e come tutti sappiamo anche questo può dare emozioni incredibili, momenti impegnativi e riempirti il cuore di amore e gratitudine. Inoltre i miei e nostri sogni di realizzare la casa e la quotidianità che desideriamo per noi e un domani per i nostri figli, non mi fanno pensare all’idea di partire per chissà quanti mesi chissà dove. Poi c’è sempre il lavoro, quando sono partita lavoravo come libera professionista, pranoterapeuta, non era una decisione facile da prendere ma fattibile in quel periodo della mia vita. Ora lavoro come dipendente, anche se i progetti di creare un b&b internazionale dove ospitare e far sentire a casa e in famiglia persone di tutto il mondo come mi sono sentita io c’è, è un sogno decisamente fuori dal cassetto, ma che so richiederà tempo, risorse ede energie. Quindi viaggiare sì, è comunque sempre ossigeno per me, ma con una modalità e un’intenzione differente.

Grazie Debhora per l’intervista e…ci incontreremo tutti quanti il 7 giugno alle 17 a Cuneo presso la Biblioteca Civica..Buona Pasqua!!

@genrico@

Vagabondo per natura, cittadino del mondo,appassionato di viaggi,reportage,fotografia, cultura asiatica e tibetana. Pagina ufficiale pubblica su facebook: https://www.facebook.com/lavitaeunviaggio

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