L’Oriente in un duìlián: un viaggio ad Hong Kong tra poesia e fotografia

L’Oriente non lo si vive, lo si respira. Non lo si cerca, lo si trova. Ed eccola qui, una fotografia di Hong Kong che racchiude, nel suo cerchio imperfetto, un frammento di quella verità. Catturata nel cuore del Giardino degli Uccelli, questa immagine è un invito a rallentare e a scoprire la poesia nascosta nei dettagli.

Sono a visitare il Giardino degli Uccelli di Yuen Po Street, uno dei luoghi più suggestivi di Hong Kong. Mentre l’occhio scatta, cattura l’immagine di una parete che trasuda storia e, di fianco alla finestra centrale, un dettaglio che mi colpisce: due duìlián, come due guardiani silenziosi. Non sono semplici parole, ma l’anima di un luogo.

Cosa sono i duìlián?

Leggevo che i duìlián, o distici cinesi, sono un’antica forma di poesia. Non si scrivono, si intagliano nel tempo. Sono una coppia di versi che si parlano, uno rispecchiando l’altro. Il primo verso è la domanda, il secondo la risposta. Il primo è l’ombra, il secondo la luce. Sono il legame tra ciò che è stato e ciò che sarà, il respiro di una tradizione che si rifiuta di morire, anche in una città che corre a un ritmo che ti spezza le gambe. Hong Kong è anche questo…

Mi chiedo cosa raccontino questi duìlián… e i miei pensieri scorrono veloci.

Forse parlano della bellezza che resiste, come le foglie lussureggianti ai lati, in un mondo che la calpesta. Forse parlano dell’armonia tra l’uomo e la natura, tra la pietra e il verde. O forse, più semplicemente, invitano chi osserva a rallentare, a smettere di rincorrere il domani e a trovare pace nel qui e ora.

Quel cerchio non è un confine, ma una finestra. Una finestra dove ogni dettaglio mi sussurra che la vita, come la storia, è fatta di dualità che si incontrano e si completano. Ed è lì, in quel punto di equilibrio, che risiede la vera saggezza.

E mentre mi perdo in questa riflessione, capisco. Non si tratta di dare un nome a quei versi o di decifrare la loro lingua… Si tratta di riconoscere che la saggezza dell’Oriente sta proprio in questo: nella bellezza che non si spiega, ma che semplicemente è… Ed è per questo che amo l’Oriente.

Nota sui Duìlián (对联)

I duìlián sono rotoli di carta stampata o dipinti a mano, che pendono ai lati della porta di ingresso o sopra di essa. Di antichissima tradizione, sono messaggi augurali per una vita piena di gioia o un anno fausto e di buon raccolto. Vengono esposti e cambiati in occasioni di feste o matrimoni, ma soprattutto vengono rinnovati per il Capodanno cinese.

Hanno più di mille anni di storia e sono anch’essi una forma di poesia: crearne un paio è tutt’altro che un gioco da ragazzi. Il fine di questa coppia di corte frasi è quello di comunicare qualcosa di grande e profondo usando il minor numero di caratteri possibile. Per questo ad ogni carattere corrisponde una parola, un significato: esattamente come nelle poesia della Cina classica. I due rotoli devono avere lo stesso numero di parole e a caratteri corrispondenti devono corrispondere toni differenti.

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Vagabondo per natura, cittadino del mondo,appassionato di viaggi,reportage,fotografia, cultura asiatica e tibetana. Pagina ufficiale pubblica su facebook: https://www.facebook.com/lavitaeunviaggio

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