Reportage dal Ladakh by Orientamenti part.2

Carissimi amici di Life’s A Journey!Ecco altri due bellissimi scritti che Gabriella Quaglia e Mario Stefani di Orientamenti mi hanno inviato dal Ladakh!14/06/2019Partiamo da Leh con grandi aspettative e con i bagagli colmi di indumenti necessari per affrontare il freddo che in questo periodo avvolge i passi e le valli con rigore inusuale per la stagione ma prevedibile visto l’ancora spesso manto nevoso sulle cime.
Due in moto, due in auto con 2 ragazzi ladakhi anch’essi con qualche aspettativa in più per il percorso che faremo, non certo usuale per i frettolosi giri turistici. Per 2 giorni risaliremo la valle dell’Indo verso la frontiera cinese. Proprio in Tibet, sulle pendici del sacro monte Kailash, prende forma questo fiume potente che lungo le sue sponde in terra indiana, ora pakistana, ha visto affacciarsi le prime culture asiatiche ed ha segnato il percorso della spedizione di Alessandro Magno per la conquista delle terre d’oriente .
La prima tappa è il lago Tso Moriri ad oltre 4500 metri. La strada sale verso l’altipiano del Rupshu dolcemente, prima stretta fra alti pendii rocciosi lungo il corso delle acque tranquille dell’Indo non ancora gonfiate dal disgelo dei nevai soprastanti. Poi la valle si allarga e la strada diventa un sottile nastro sterrato fra ampi pascoli, raramente ricchi di erbe e muschi, più spesso coperti di arbusti nascosti fra terra e pietre. Mandrie di yak, greggi di pecore e capre tibetane dal pelo lungo e soffice hanno da poco raggiunto questi pascoli d’altura per trascorrere la stagione più calda. Li accompagnano pastori nomadi che ogni giorno calcano nuove superfici di queste valli infinite dove, animali e uomini, diventano parte del paesaggio, colore delle rocce e della terra, inesorabile mimesi in cui tutto è sempre stato. Le tende dei pastori sono minute, contengono poche cose, materassi,coperte,utensili ed una stufa centrale con tubo che sfiata dal tetto che smorza il gelo e cuoce lo scarso cibo. Bambini e donne rimangono per lo più vicini alla tenda mentre gli uomini pascolano gli animali, se vai loro incontro oppongono qualche reticenza a mostrare la loro penuria, le facce bruciate dal sole, i capelli aggrovigliati e gli abiti pesanti sporchi e consunti. Nei mesi invernali molti di loro tornano in villaggi di pianura, alcuni lontani anche parecchie decine di chilometri con settimane di transumanza , non so quanto meglio possa essere la loro vita la’, ma la lana, il latte e gli animali che vendono qui in questa stagione sono l’unica fonte del loro sostentamento. Altra ragione non potrebbe esserci per sopportare tutto questo. E sarà ancora una ragione plausibile nella futura società ladakha dei giovani istruiti che conoscono il resto del mondo attraverso cellulari e TV? Oppure anche questo lavoro, fondamentale per la produzione della preziosa lana pashmina, verrà sempre più affidato ai lavoratori salariati stagionali provenienti dal Nepal e dalle zone indiane depresse che, come per la manutenzione delle strade di alta quota, troveranno sufficiente motivazione nelle 400 rupie giornaliere ( meno di 5 euro) di salario loro magnanimamente concesse?25/06/2019Lamayuru è la nostra casa in Ladakh, la sua scuola e il suo ostello assorbono la maggior parte delle nostre attenzioni e del nostro impegno come associazione.Tuttavia, già da tempo, ampliando le nostre conoscenze ed esperienze abbiamo incontrato altra realtà, testimoni di un buone intenzioni nel campo dell’educazione ma in difficoltà per carenza di risorse, con cui vorremmo avviare percorsi di collaborazione. Una di queste è l’ostello della L.B.A.,Ladakh Buddhist Association, che rappresenta gran parte delle famiglie buddiste sia nel voler conservare il loro immenso patrimonio culturale sia nella tutela degli interessi dei soggetti più deboli. Una sorta di società di mutuo soccorso in un contesto sociale sostanzialmente privo di servizi pubblici assistenziali che, in questo caso, si prende cura di bambini orfani o in stato di abbandono. Il Riglam Hostel di Saboo, appena fuori Leh, è un edificio squadrato affiancato da un campo gioco ed un’area sabbiosa con qualche ambizione ad accogliere un giardino . Intorno alla recinzione si stende un’enorme pietraia che delle alture soprastanti degrada verso Choglamsar, il villaggio abitato per la maggior parte da profughi tibetani in esilio, fra eredi di quanti hanno accompagnato il Dalai Lama in fuga dal Tibet nel 1959, incalzati dai cinesi, e coloro che da allora hanno continuato ad espatriare clandestinamente attraverso i passi himalayani sul confine indo-cinese.
L’interno dell’ostello è invece molto colorato e nelle sue stanze ordinate accoglie, per quasi tutto l’anno, 42 bambini dai 4 ai 14 anni , provenienti da ogni parte del Ladakh.
I primi incontri con gli ospiti sono colmi di imbarazzo: per loro prevale il comportamento formale di reverenza imposto dalla presenza delle autorità dell’associazione che ci accompagnano nonché dalla relativa estraneità dei nostri aspetti e modi. Noi,invece,temiamo di essere semplicemente confusi nella nebbia delle formalità del momento, di non riuscire a comunicare il nostro desiderio di conoscerli, uno ad uno, e di instaurare,anche qui come a Lamayuru, una relazione che, almeno all’inizio, sia frutto di complicità e divertimento. Le parole non ci sono molto d’aiuto, il loro inglese è quasi assente, il nostro modo di sorridere e salutarli anche con qualche parola in ladakhi tradisce un sostanziale smarrimento di fronte ai loro occhi indagatori. Ben più semplice affrontare il nostro ruolo di sponsor di progetti condivisi con gli adulti e le istituzioni che incontriamo sul nostro percorso!
Il lavoro da fare è ancora grande ma vogliamo comunque sperare, anche in questa situazione, che l’impegno e la seppur minima importanza del nostro supporto finanziario alla gestione della loro “casa” possano essere seriamente valorizzati dagli adulti coinvolti ma rimangano dettagli inconsistenti dell’immaginario che i bambini ed i ragazzi costruiranno su coloro di noi che avranno modo di conoscere.

@genrico@

Vagabondo per natura, cittadino del mondo,appassionato di viaggi,reportage,fotografia, cultura asiatica e tibetana. Pagina ufficiale pubblica su facebook: https://www.facebook.com/lavitaeunviaggio

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