Passeggiando in un vicolo di Xi’an, la città che un tempo fu capitale di undici dinastie, mi sono imbattuto in un’immagine curiosa: un poster di Mao Zedong appeso all’ingresso di un bar chiamato “老歌酒吧” (Bar della Vecchia Canzone). Questo inaspettato incontro mi ha spinto a riflettere sulla complessa storia della Cina che continua a evolvere a un ritmo vertiginoso.
Un viaggio nel tempo alla ricerca della storia perduta
Il mio viaggio in Cina era centrato proprio sulla ricerca storica, un pellegrinaggio tra i monumenti e i templi lasciati dalle vecchie dinastie. La Cina è una civiltà millenaria, la cui storia è un susseguirsi di dinastie, invenzioni rivoluzionarie e periodi di grande splendore culturale. Dalla costruzione della Grande Muraglia alla fioritura delle arti durante la dinastia Tang, il passato imperiale cinese è palpabile in ogni angolo.
Il Novecento: il lato oscuro della storia
Il XX secolo, tuttavia, ha segnato una svolta epocale, con la fine dell’impero e l’instaurazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949. È qui che il mio viaggio si è fatto più difficile, perché molte delle vestigia di quel passato che cercavo sono state distrutte. Mentre la figura di Mao Zedong, il fondatore della nuova Cina, è onnipresente nei libri di storia, le sue immagini e raffigurazioni, al di fuori dei contesti più formali o ufficiali, sono state sorprendentemente poche.
Nonostante l’enorme impatto che ha avuto, la sua figura è complessa: è stato un rivoluzionario che ha unificato il paese, ma anche un leader le cui politiche, come il Grande Balzo in Avanti e la Rivoluzione Culturale, hanno avuto conseguenze drammatiche. Pensate che proprio durante quest’ultima rivoluzione un’enorme quantità di patrimonio storico e culturale è stata spazzata via! La sua immagine è un simbolo di un’epoca di profonde trasformazioni, ma l’eredità di quegli anni non è sempre esposta apertamente.
Nostalgia rossa nei luoghi di oggi
Oltre al bar, ho trovato altri riferimenti in un piccolo ristorante. I muri erano coperti da pagine di giornale dell’epoca e da ritratti di Mao, creando un’atmosfera “particolare”.
Questo tipo di arredamento, che fa leva su una “nostalgia rossa” (Red nostalgia) o “stile Mao” (Mao-style), è un fenomeno che mi hanno detto esiste in Cina, soprattutto nei centri minori.
Non è un’affermazione politica, ma piuttosto una scelta di design che evoca un senso di nostalgia per la semplicità e l’idealismo percepiti di un’epoca passata.
È un contrasto affascinante: mentre la Cina moderna corre verso il futuro, il suo passato più turbolento viene conservato e talvolta romanticizzato in luoghi come quel bar e quel ristorante, offrendo un’esperienza che mescola storia e cultura pop.
La Cina di oggi
Oggi, la Cina è un paese di contrasti: un mix tra un’economia di mercato dinamica, grattacieli futuristici e la persistenza di un sistema a partito unico. Le riforme di Deng Xiaoping hanno aperto la strada ad una crescita economica senza precedenti, trasformando il paese in una potenza globale. Il presente è vivace e proiettato in avanti, con una forte enfasi sul progresso tecnologico e sull’innovazione.
La Cina che ho visitato è un paese che onora il suo passato glorioso, ma che sembra temere la sua storia più recente in un equilibrio delicato tra ricordo e proiezione verso il domani. E in quei vicoli di Xi’an, ho avuto la sensazione di aver colto un piccolo ma significativo frammento di questa complessa realtà.


