Viaggio in Ladakh: tra Leh, Nubra Valley, Turtuk e le scuole sostenute da Orient@menti

Leh sotto la pioggia: il deserto d’alta quota stravolto by Gabriella Quaglia

Siamo qui da tre giorni a Leh e dal nostro arrivo non ha smesso di piovere, in questo deserto di pietre e sabbia d’alta quota l’acqua ha preso il sopravvento ingrossando fiumi e torrenti, sgretolando strade , tetti e muri di fango, costringendo alla chiusura l’aeroporto per due giorni (per ora) con buona pace per chi ha perso la coincidenza con il volo internazionale e anche molti soldi per riprogrammare un nuovo volo di ritorno. I passi e alcune valli coperti di neve nel giro di una notte. Il centro città avvolto nella nebbia e nel freddo umido appare completamente diversa, una banale cittadina disordinata, senza luce , molti negozi chiusi, gente avvolta in tristi abiti impermeabili anche improvvisati camminare a passo deciso per scansare la pioggia…..tutto fuori luogo.

Nubra Valley: un paesaggio sospeso tra Himalaya e Karakorum

Difficile immaginare ora lo sfolgorio di luce, colori e calore della scorsa settimana durante il nostro giro nella Nubra Valley, a Turtuk e a Diskit per incontrare le scuole sostenute da Orient@menti.La valle si apre immensa dopo la ripida discesa dal passo Kardung La , a 5400 metri . I pendii dai colori pastello che affiancano l’ampio letto del fiume Shayok lasciano intravedere alle loro spalle cime ben più imponenti e innevate della catena del Karakorum. Il fiume si confonde per colore con le sabbie ed il pietrisco del fondo valle, un mosaico di grigi e verdi su cui il sole stende una patina d’argento. Poi la valle si allarga, ancora prima di sdoppiarsi, lo Shayok riceve il fiume Nubra ma è sempre più difficile distinguere, anche dall’alto, in tanta vastità, i confini tra terra, acqua, lingue sabbiose e bassa vegetazione. Si comprende perché fosse a suo tempo una via privilegiata per le carovane di cammelli e cavalli che trasportavano merci pregiate da oriente a occidente e viceversa . Avanzando verso il confine pakistano la valle dello Shayok si restringe, le acque si fanno più tumultuose e minacciose fino ad arrivare a Turtuk a pochi chilometri dalla frontiera, blindata dagli eserciti ed invalicabile.

Turtuk: un’oasi fertile ai confini del mondo

Turtuk si estende dalle sponde del fiume verso l’alto di una vasta terrazza rigogliosamente coltivata a orzo, grano e grano saraceno,a rotazione nei mesi da maggio ad ottobre, nonché ogni genere di ortaggio. Nei campi e lungo i sentieri del villaggio, ovunque, piante di albicocche, di noci, mele e mandorle. Un paradiso che fatichi immaginare se allarghi lo sguardo ai colossi di pietra che lo circondano e ai pendii aridi dí sabbia e pietre che fiancheggiano la strada e il fiume a valle.

La Youl Primary School: tradizione e cambiamento

La Youl primary school è immersa nella parte del villaggio più antica e disordinata. L’ingresso non promette nulla di buono ma quando arriviamo al mattino alle 10 il giorno della festa ,dal misero portone giungono voci concitate, poi battiti di mani ritmati e una volta dentro un cortile impreziosito da teli colorati, tappeti, fiori ma soprattutto da tanti bimbi, insegnanti e mamme pronti ad accoglierci. Seduti in prima fila, con ciotole di albicocche, frutta secca e mele a disposizione, assistiamo alla lunga sequenza di danze e discorsi, come da occasione, ma qui è palpabile un eccitazione maggiore, l’ansia di mostrare al meglio la loro trasformazione da piccola scuola inibita dalla rigida tradizione conservatrice musulmana a scuola aperta, inclusiva e garante delle stesse opportunità per bambine e bambini. Cosa non scontata qui, il cambiamento è iniziato solo con l’arrivo delle 2 nuove giovani insegnanti pagate con i fondi di Orientamenti, forti di un rapporto di fiducia con le famiglie che ha permesso loro di migliorare la qualità educativa e seppellire, almeno a scuola, le precedenti discriminazioni. Gli iscritti alla scuola sono quasi raddoppiati, soprattutto nelle classi di scuola materna a cui sono dedicati i 2 insegnanti pagati con i nostri fondi ed il primo ad esserne felice è proprio il giovane e perspicace Sindaco, nostro alleato sin dall’inizio nel voler raggiungere tale risultato. Lo stesso ci ha confermato che proprio questo incremento di iscrizioni ha incentivato anche un maggiore impegno da parte del governo nel fornire attrezzature e risorse alla scuola . Abbiamo assicurato tutti che il nostro supporto continuerà a favore di un percorso virtuoso che forse è iniziato grazie a noi ma che è stato e deve rimanere , per modi e tempi , nella piena libertà di scelta di questa forte comunità.

La scuola di Sarah: un modello innovativo

Diversa la situazione dell’altra scuola d Turtuk, la scuola di Sarah nata proprio dalla sua volontà di contrastare le arretratezze allora offerte dalla scuola governativa . Metodi e programmi più moderni, studio della lingua Hindi al posto dell’Arabo, e grandi prospettive di diventare una scuola modello. Orientamenti da’ il suo supporto per coprire le quote di frequenza ( è una scuola privata) di famiglie che scelgono questa opportunità ma non hanno le risorse economiche necessarie (condizioni accertata anno per anno con lo stesso Sindaco). Incontriamo questi studenti con le loro insegnanti in un’altra mattinata di sole nelle loro classi sulle sponde del fiume Shayok con l’acqua che salta e rumoreggia a pochi metri di distanza. Ne avremo tante di storie da raccontare agli studenti italiani al nostro rientro sui loro coetanei Ladakhi, sulla loro autonomia, la naturalezza con cui si assumono responsabilità verso i più piccoli e verso gli adulti e la capacità di trasformare in gioco azioni ed oggetti quotidiani manipolati con la loro fantasia ed immaginazione.Percorrendo i tortuosi sentieri del villaggio, fra canali rigonfi d’acqua, mastelli con i panni a mollo, secchi di verdure raccolte o albicocche al macero per recuperare i noccioli, alcune volte riceviamo timidi ringraziamenti dalla donne che incontriamo . Sempre con le uniche parole che conoscono in Inglese : school…help….thank you.

Diskit: solidarietà silenziosa nella Nubra Valley

Lasciamo a malincuore quest’oasi rigogliosa e andiamo a Diskit , il villaggio principale della Nubra Valley. Qui incontriamo i 12 bimbi a cui alcuni nostri soci pagano le spese di frequenza di scuola ed ostello. Li incontriamo ciascuno insieme ad un genitore, ci ringraziano con timidi sorrisi e i bambini ci regalano un disegno da portare ai loro sponsor. Noi entriamo ed usciamo dalla grande scuola senza clamore, anche qui le uniche impronte che vogliamo lasciare sono le tracce di una solidarietà equa, efficace e silenziosa, nata e cresciuta in una reciproca relazione di amicizia e rispetto.

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@genrico@

Vagabondo per natura, cittadino del mondo,appassionato di viaggi,reportage,fotografia, cultura asiatica e tibetana. Pagina ufficiale pubblica su facebook: https://www.facebook.com/lavitaeunviaggio

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