I Thangka nell’arte tibetana

Appeso nei Gompa, portato in processione dai Lama, lo stendardo Buddhista è un’arte che impressiona per la sua bellezza..vediamo di conoscerli meglio.

I Thangka ossia “cosa che si srotola”, sono dei rotoli dipinti, eseguiti per la maggior parte su cotone a sua volta importato in matasse dall’India e/o dalla Cina.

Mentre alcuni li considerano semplicemente oggetti con colori vivaci da appendere al muro, per i buddhisti questi dipinti religiosi tibetani presentano una bellezza ritenuta una manifestazione del divino e sono di conseguenza visivamente stimolanti.

thangka

Preparazione

La preparazione consiste di un supporto in tela teso su un primo telaio che a sua volta risulta sospeso con dei lacci su un’altra intelaiatura provvisoria.

La tela viene apprettata con colla proteica tipo di pelle di animale o gelatina e sulle due facce della tela si applica uno composto di materiale bianco o colorato misto a colla animale; si conclude il processo lisciando entrambi i lati sino ad ottenere una giusta levigatura.

 A questo punto il pittore per posizionare i personaggi fa uso di una serie di linee e reticoli; le forme geometriche così disegnate corrisponderanno ognuna ad una specifica divinità.

Le proporzioni, gli spazi e la disposizione sono codificati dalla tradizione risalenti ad antichi testi sanscriti (come l’Aryamanjusrimulatantra).

Dal XVIII secolo in poi, dietro influenza cinese, alcuni thangka vengono incisi con la tecnica xilografica.

Colori e pigmenti utilizzati sono in maggior parte di origine minerale, raramente di origine organica; vengono polverizzati in un piccolo mortaio, sciolti in acqua e legati a sostanze colloidali dopodiché applicati attraverso pennelli di misura e materiali diversi.

Vi sono alcuni dipinti eseguiti su fondo oro (serthang), rosso (tselthang) o nero (nakthang).

Oltre a Thangka dipinti, chiamati trithang, ne esistono anche di ricamati, anche se sono meno numerosi.

 Composizione 

Come dicevo la composizione di un thangka ha delle regole ben precise.

Il personaggio principale è dipinto al centro del dipinto; le altre divinità sono disposte tutt’intorno secondo un ordine gerarchico: nella parte superiore gli Dei più importanti oppure una serie di maestri ed allievi, ai lati gli “assistenti” delle divinità o i discepoli. Infine nella parte inferiore si trovano o i guardiani del Dharma dall’aspetto irato o altre divinità benevoli.

Stili dei Thangka

 L’evolversi, col tempo, delle interpretazioni dei sacri testi ha portato un parziale rinnovamento delle forme e degli stili; tra gli stili più importanti abbiamo:

  • stile indiano – gyaluk” con l’arte buddhista del Bihar e del Bengala che influenzò l’arte tibetana
  • stile nepalizzante” l’arte dei Newar della Valle di Kathmandu che influenzò la produzione tibetana
  • stile Gyantse” con la sua arte sontuosa
  • stile Khyenri” attribuito a Jamyang Khyentse Wangchuk nato nel 1524 che unisce lo stile Newar con lo stile Menri
  • stile Menricreato nel XV sec. da un artista di nome Menla Tondrup Gyatso dove vi introdusse molti motivi cinesi.
  • stile Karma Gadricreato da Namkha Tashi,nato intorno al 1500, con un suo stile particolare in quanto vi è un grande utilizzo di tonalità chiare e sfumature degradanti oltre a rappresentare la divinità principale in centro contornato da paesaggi.

@genrico@

Vagabondo per natura, cittadino del mondo,appassionato di viaggi,reportage,fotografia, cultura asiatica e tibetana. Pagina ufficiale pubblica su facebook: https://www.facebook.com/lavitaeunviaggio

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