Nandi: La Presenza del Divino nel Quotidiano

E poi c’è lui, al centro di tutto: un toro sacro, fermo, imperturbabile. Ha una presenza antica, quasi scolpita nel muro dipinto con colori vivaci e volti stilizzati. È il custode silente di questo angolo di mondo, l’animale che incarna la divinità, il simbolo di una spiritualità che non ha bisogno di templi imponenti, ma si annida in ogni mattone, in ogni ombra, in ogni respiro.

Nella cultura induista, il toro Nandi è la cavalcatura e il fedele guardiano del dio Shiva. La sua presenza simboleggia forza, fertilità, pazienza e devozione, ma anche la gioia e la verità che accompagnano il cammino spirituale. Nei templi, Nandi è sempre rivolto verso Shiva, a vegliare e ad ascoltare le preghiere che i fedeli gli sussurrano per trasmetterle alla divinità. In questo vicolo, la sua figura ferma e imperturbabile non solo riflette la stabilità del cosmo, ma testimonia anche la sacralità che permea ogni aspetto della vita, dal caos dei mercati al silenzio dei templi, fondendo in un unico sguardo la quotidianità e l’eterno.

In questo vicolo, non c’è nulla di straordinario, eppure tutto è sacro. È l’India che non si guarda, ma si sente. Quella che ti entra dentro con i suoi odori, i suoi suoni, il suo silenzio. È un’India dove la vita e la morte, il caos e la pace, il banale e il divino, non sono opposti, ma due facce della stessa, infinita, realtà.

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Vagabondo per natura, cittadino del mondo,appassionato di viaggi,reportage,fotografia, cultura asiatica e tibetana. Pagina ufficiale pubblica su facebook: https://www.facebook.com/lavitaeunviaggio

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