Gabriella e gli amici di Orientamenti di Torino sono in India..ecco a voi il reportage di Gabri🙏
Il mio nuovo viaggio in India inizia a Shantiniketan, il luogo che si collega direttamente ai 2 premi Nobel indiani, il poeta Rabindranath Tagore e l’economista Amartya Sen.
Entrambi hanno fatto parte dell’eccellenza di questa università pubblica a circa 3 ore di treno da Kolkata, nel West Bengal. Un parco immenso ospita gli edifici accademici e le guesthouse per quasi un migliaio di studenti. Opere d’arte e murales disseminati fra le open classes sotto gli alberi secolari. La natura e le scienze umanistiche sono il fulcro di questa università e centro studi fondata da Tagore nel 1911. La visitiamo accompagnati dal nostro amico Lama Tsering che qui sta compiendo il suo dottorato di ricerca in Filosofia Buddista. È domenica. Moltissimi turisti da Kolkata vengono a visitare il museo di Tagore che racconta la vita e le opere del bengalese più famoso al mondo. Intorno al campus la vita rurale del villaggio scorre lentamente. Molte biciclette, tuc tuc aperti con motore elettrico, campi coltivati e piccoli commerci e cucine di strada ovunque.
Arriviamo in treno e ripartiamo da Shantiniketan sempre in treno per Kolkata. Howrah station, luogo impresso nella mia mente in uno dei primi viaggi in India nel 1981: maestoso ponte metallico sul grande fiume torbido, traffico di merci con portantini e mezzi improbabili di ogni tipo, atrio immenso con pavimento stipato di rifugiati dal vicino Bangladesh causa inondazioni monsoniche, lunghe fila di mendicanti, odori acri…..questo allora. Oggi sicuramente meglio, ad affollare l’atrio una folla sempre immensa ma pochi per terra molti seduti sulle sedie a disposizione o in movimento, in inverno il Bangladesh è secco e comunque i rifugiati non sono più ben accolti dall’India. L’odore è ancora acre ma i neon e la pubblicità confondono i sensi. Anche i mendicanti accasciati sulla strada sono ormai relativamente pochi almeno qui ma certo continua ad essere difficile per noi convivere con questa umanità che occupa,qui come in tante altre zone della città ,ogni centimetro di spazio pubblico,e per tutte le ore del giorno, per vendere e comprare ogni genere immaginabile di merce o di servizio.
Dei 15 milioni di abitanti di Kolkata i ricchi come sempre sono rinchiusi in residenze invisibili, la crescente borghesia benestante riempie le orride torri grattacielo delle nuove ” colony” e le villette con giardinetti delle grandi periferie….ma tutti gli altri li sbirci passando per strada nelle baraccopoli, ormai emarginate a forza fuori dal centro città, lungo canali putridi, o nei vecchi edifici di bella fattura ma ormai fatiscenti e lugubri lungo i viali cittadini. Normale che di giorno preferiscano vivere ed ingegnarsi a guadagnare qualcosa fianco a fianco, con gli altri, su marciapiedi pieni di vita e di opportunità.
I turisti qui si vedono poco, balzano con taxi e bus privati da un monumento all’altro, non sanno che solo camminando su quei marciapiedi ti rendi conto ,con invidia, della loro capacità di adattarsi, sopravvivere, ma soprattutto di convivere, creare,inventare….al di là di tutto.